La formulazione del progetto si e basata in modo fondamentale sui progetti di ricerca e le analisi realizzati dal Filipino Women's Council e da Atikha negli ultimi anni, in Italia e nelle Filippine. Si tratta di:
> UN-INSTRAW, IFAD, e FWC (2008) Genere, rimesse e sviluppo: il caso della migrazione filippina in Italia
> Charito Basa e Jing Rosalud de la Rosa (2004) Io, noi e loro: realta e illusioni delle lavoratrici domestiche filippine, FWC, OIM Roma et al.
> ATIKHA e Balikabayani Foundation (2001) Coming Home: Women, Migration and Reintegration
I risultati delle tre ricerche sono altamente interconnessi e, al tempo stesso, fanno da fondamento agli obiettivi del progetto “Maximizing the Gains and Minimizing the Social Cost of Overseas Migration in the Philippines”. Questi possono essere cosi brevemente sintetizzati:
1. Le ricerche hanno fatto emergere la sostanziale difficoltà al risparmio della comunità filippina. Il 70% degli immigrati filippini non ha risparmi da investire in una prospettiva di sviluppo a lungo termine. I loro guadagni vengono spesi in breve tempo per mantenere se stessi e le proprie famiglie sia in Italia che nelle Filippine.
2. Nel caso poi di coloro che, avendo invece dei risparmi, li ha investiti in patria, si osserva il fallimento del progetto dovuto principalmente all'assenza dell'investitore (rimasto all'estero) e l'inabilita dei familiari di gestire l'investimento stesso.
3. Dal punto di vista delle pressioni a cui sono sottoposti gli immigrati filippini, l'aspetto psicologico rimane quello piu problematico. Emerge infatti una cultura della dipendenza (economica) che si e sviluppata nelle filippine fra i familiari degli emigranti, che tendono a rimanere inattive aspettando passivamente sostegno da fuori.
4. Infine, i filippini in Italia sembrano avere difficoltà a rapportarsi con il sistema pubblico, ricorrendo raramente ai suoi servizi di sostegno, determinando una invisibilità della comunità filippina in tale ambito. Tale assenza viene spesso fraintesa per autosufficienza e aproblematicità della comunità. In realtà quella filippina sembra piuttosto essere “una comunità silenziosa che soffre al suo interno”. |